NEDDA Qual fiamma avea nel guardo! Gli occhi abbassai per tema ch'ei leggesse il mio pensier segreto! Oh! s'ei mi sorprendesse... brutale come egli è! Ma basti, orvia. Son questi sogni paurosi e fole! O che bel sole di mezz'agosto! Io son piena di vita, e, tutta illanguidita per arcano desìo, non so che bramo! (guardando in cielo) Oh! che volo d'augelli, e quante strida! Che chiedon? dove van? Chissà! La mamma mia, che la buona ventura annunciava, comprendeva il lor canto e a me bambina così cantava: «Hui! Stridono lassù, liberamente lanciati a vol come frecce, gli augel. Disfidano le nubi e 'l sol cocente, e vanno, e vanno per le vie del ciel. Lasciateli vagar per l'atmosfera, questi assetati d'azzurro e di splendor: seguono anch'essi un sogno, una chimera, e vanno, e vanno fra le nubi d'or! Che incalzi il vento e latri la tempesta, con l'ali aperte san tutto sfidar; la pioggia i lampi, nulla mai li arresta, e vanno, e vanno sugli abissi e i mar. Vanno laggiù verso un paese strano che sognan forse e che cercano in van. Ma i boemi del ciel, seguon l'arcano poter che li sospinge... e vanno... e van!»Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.