La terra su cui cammini è un acciaio d’acqua instabile che inghiotte i giorni e gli anni che ancora non conosci. Come i fili della luce che si ammassano a mezz’aria e pendono languidi sotto i terrazzi. Ho visto un sonno lento ed implacabile chiuderti le palpebre. Il rumore della città che non dorme mai mi guardava in faccia con un sorriso fermo e senza trucco. Tra i ventilatori fermi e le porte aperte ho visto il crepitare di un’esistenza senza uscita. Come se mi dicessi che sprofonderemo immobili in quest’orizzonte chiaro e privo di parole.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.