Questi miei versi riveleranno poco, ma non su tutto ho pieni poteri fui concepito nel fuoco del peccato dentro al vagito di una prima notte. Diritto al trono, senza muovere un dito sono salito, ero un designato, sapevo già che tanto, tutto quanto, avrebbe poi seguito la mia volontà Senza pensare tanto alle parole gettavo frasi al vento, leggero come un forte capo, un condottiero mi seguivano i rampolli di corte. Ma solo con le labbra sorridevo, io nascondevo il segreto dello sguardo, che si fa inquieto che si fa beffardo. Fu il buffone Yorik che me lo insegnò. Ma rifiutavo di dividere gli onori il privilegio, la gloria e ogni omaggio cambiò la storia quando morì il mio paggio e fu il disagio che diventò dolore. Odiai la caccia e tutto il suo furore tenevo il cavallo lontano dalla preda nell'urna del fiume io di notte quel lerciume diurno lavavo in me. Mi allontanai dagli intrighi di famiglia estraneo dalla gente e dal mio evo in mezzo ai libri io mi sotterravo ma, al pensiero, sempre arriva una smentita. Nella mia vita si spezzò ogni filo discese il gelo con gli amici di un tempo e l"essere o non essere" fu tormento il dubbio attento che risposte non ha. Ma sempre frange il mare dell'avverso con la fionda vi si lancia pietre e semi poi sulla sponda noi si setaccia l'onda per vagliare una vana risposta. Ma l'appello degli avi rimbombava e a quell'invito io prestai ascolto i pensieri più gravi mi spingevano in alto le ali della carne mi hanno trascinato giù E come tutti ho sparso sangue e lutti e alla vendetta non seppi dar rinuncia. Ofelia, non mi volevo putrefatto ma col delitto mi sono decomposto. Io, Amleto, la violenza disprezzavo sulla corona danese io ci sputavo ma ai loro occhi fu solo per il trono che uccisi.Per diventare re. Il genio che si frange è simile al delirio la morte guarda di sbieco ogni parto, ogni parte ci porta all'insidiosa risposta senza trovare il quesito pertinente. Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa. |
|