S/Samuel Ramey/Che mai vegg'io!... /Infelice! e tu credevi...
SILVA Che mai vegg'io! Nel penetral più sacro di mia magione, presso a lei che sposa esser dovrà d'un Silva, due seduttori io scorgo? Entrate, olà, miei fidi cavalieri.
Sia ognuno testimon del disonore, dell'onta che si reca al suo signore.
SILVA (Infelice!... e tu credevi sì bel giglio immacolato!... Del tuo crine sulle nevi piomba invece il disonor. Ah, perché l'etade in seno giovin core m'ha serbato! Mi dovevan gli anni almeno far di gelo ancora il cor.)
SILVA L'offeso onor, signori, inulto non andrà. Scudieri, l'azza a me, la spada mia... L'antico Silva vuol vendetta, e tosto...
SILVA Infin che un brando vindice resta al vegliardo ancora; saprà l'infamia tergere o vinto al suol cadrà! Me fa tremante il subito sdegno che mi divora... Cercando il sen del perfido la man non tremerà.
CORO Lo sdegno suo reprimere quel nobil cor non sa.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.