I poeti son giovani e belli e portano in cuore la luce del sole e un canto d'uccelli; e la strada del borgo natio, la pioggia sui tetti la povera gente amata da Dio. Poesia, poesia, deh proteggimi ovunque io sia! poesia, poesia.
I poeti son vecchi signori che mangian le stelle distesi sui prati delle loro ville, e s'inventano zingare e more per farsi credibili agli occhi del mondo col loro dolore.
Poesia, poesia, poesia, poesia.
I poeti si fanno le pippe coi loro ricordi: la casa, la mamma, le cose che perdi; e poi strisciano sui congiuntivi: se fossi, se avessi, se avessi e se fossi, se fossimo vivi.
Poesia, poesia, deh proteggimi ovunque io sia! poesia, poesia.
I poeti hanno visto la guerra con gli occhi degli altri che tanto per vivere han perso la pelle; così scrivon piangendo cipolle su barbe profetiche intinte nel vino che pure gli serve.
Poesia, poesia, Poesia, poesia.
I poeti son liberi servi di re e cardinali che van ripetendo noi siam tutti uguali; e si tingono di rosso vivo ciascuno pensando "Il giorno del nobel farò l'antidivo".
Poesia, poesia, deh proteggimi ovunque io sia! poesia, poesia.
I poeti sono litri di vino bevuti per noia, per scriver parole davanti al mattino, mentre sognano bambine nude che uscendo da scuola li prendon per mano e gli danno la viola.
Poesia, poesia, Poesia, poesia.
I poeti son giovani stanchi che servon lo stato sputandogli in faccia perché sia dannato, e sbandierano cieli e fontane, messaggi e colombe, a noi le campane, ai ricchi le trombe.
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