Nel fragore delle onde, una lancia spezza l'insondabile cordoglio dell'umana civitas.
Dritti come un fuso verso la cupola magna, che sorregge i pilastri di quello che resta.
O Fregata Covadonga, conducici all'astro di quel vetusto brillore che tormenta le mie membra.
Polveri verdi di aurora formano una freccia, un sardonico sorriso sulla nostra faccia.
Le mura del regno di luce sono alte, fan vacillare i soldati di Ahura Mazda. Odi tuono risonante chiamar dall'abisso. La gravitazione crolla nella sua contrarietà.
Nella consapevolezza delle rocce antartiche, il senso dell'eterno enigma delle nuvole: il sole si è mosso, e megatoni d'acqua vorticano e volano sulla nostra testa.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.