Quando Giove Pluvio s'elevò e s'adirò Aprì le sue braccia e scosse il tetto del cielo La nube dentro il buio si inarcò e scaricò L'ampia massa d'acqua giunta al getto, giù, giù, giù, giù Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi, gli assetati Fu-fu-fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani Quadi Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi ai legionari grati Fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani bei
Quando Marco Aurelio guardò il limes scese il buio S'accesero le torce delle orde del nord L'assedio di Aquileia non fu altro che un preludio Di un nuovo contraccolpo, e tu sei pronto? No, no, no, no Ehi, popoli nuovi al confine, uomini buoni a morire Corpi disposti su file, fuochi su fuochi su pire Spintе dai Goti qua in cerca di nuovi luoghi e bottini Spinsero i popoli nomadi oltrе le linee del limes Quando in pieno plenilunio splende ancora l'impero Dalle file alle frontiere porta il panico, il panico I corpi sopra i fossi tra il Danubio ed il Reno Porta a Roma la vittoria de-del Bellum Germanicum Qui niente impatti sui campi da-dall'impatto sui Parti Pro-pronti ad armarsi e compatti, e contro Sarmati e Vandali Co-contro i clan marcomanni, ma quanto manca a copparli? Ma qua c'è Roma ai comandi, e contro i Quadi altri barbari sparsi
Quando Giove Pluvio s'elevò e s'adirò Aprì le sue braccia e scosse il tetto del cielo La nube dentro il buio si inarcò e scaricò L'ampia massa d'acqua giunta al getto, giù, giù, giù, giù Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi, gli assetati Fu-fu-fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani Quadi Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi ai legionari grati Fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani bei
Ogni estate è così calda che quasi incendiava l'aria La legione fu accerchiata, venne chiusa ogni sua via L'orda barbara aspettava pronta con la lama salda Che perdesse ogni speranza fino alla follia Umani bruciati dal caldo, il Sole ora parve una falce Il villaggio bruciava sul campo e ardeva su elmi e corazze Ed i Quadi aspettavano intanto, posti là in mezzo alle fratte A dare il colpo di grazia con colpi d'ascia e di mazza Ma un mago dei Romani invocò i demoni pagani Inondarono la piana, sì, con nembi e temporali L'acqua che scendeva immane e dissetava i legionari Che lottavano bevendo dentro gli elmi insanguinati Poi la boria del cielo cambiò i piani avversari Quando un fulmine sui crani portò il panico, il panico La vittoria dell'impero sopra i Quadi e i Germani Diede un nome all'imperator di Germanicus maximus
Quando Giove Pluvio s'elevò e s'adirò Aprì le sue braccia e scosse il tetto del cielo La nube dentro il buio si inarcò e scaricò L'ampia massa d'acqua giunta al getto, giù, giù, giù, giù Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi, gli assetati Fu-fu-fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani Quadi Nembi, cirri, strati, pioggia a fiumi ai legionari grati Fulmini fra i turbini, poi culmini sui crani beiTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.