"Tu quanti anni mi dai? Quanti giorni mi dai? Non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?" Glielo disse alla sera anche parlando fra sé "Che tu mi veda o non veda sarò sempre con te"
Si conobbero al primo imbrunire sul finire d'Agosto Là sul sentiero sottile che dalle colline svaniva nel bosco Laura aveva vent'anni e il sorriso gentile della gente del posto Lui lavorava nei campi, sui palmi l'odor del trifoglio Lì si videro in viso tra un pioppo ed un olmo Dino aveva un profilo fino e un corpo scolpito nel bronzo Quando la vide all'improvviso le disse per aprirle il suo mondo: "Da bimbo pensavo ci fosse un sole nuovo ogni giorno" Lei nascose il volto per sorridere di nascosto Ma ciò che le disse il suo polso era che quello era più di un incontro E se già la seconda guerra del mondo infuriava tutt'intorno I loro occhi fermi e il mondo che girava tutt'in tondo Laura e Dino: tra i tanti belli e poveri, unici Lui figlio di un ciabattino, lei che era terza di undici Adesso avevano tutto e non avevano niente Sapevano non sarebbe stato semplice, sarebbe stato per sempre
"Tu quanti anni mi dai? Quanti giorni mi dai? Non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?" Glielo disse alla sera anche parlando fra sé "Che tu mi veda o non veda sarò sempre con te Tu quanti anni mi dai? Quanti giorni mi dai? Quanti? Quanti? Quanti? Ehi Sai, da adesso alla fine, sali sulle colline Io sarò lì con te, con te, con te"
Laura aveva gli occhi di fata e Dino non era fatto per fare il suddito Tant'è che entrò nella resistenza subito Quando vennero i fasci a cercarlo una sera Era già coi nostri nei boschi in attesa della primavera E così fu il destino: Dino si fece vivo sempre meno Se veniva a trovarla da clandestino, la portava in un covo segreto E il giorno volava nascosti tra albero e albero Mentre il campanile in paese suonava le ore dell'Angelus Poi venne novembre e Dino pareva sparito per sempre E in dicembre una neve insistente cadde all'arrivo delle truppe tedesche Laura attese paziente e vide sghiacciarsi il torrente E ad aprile vide il bosco vagire e gonfiare le gemme Si rincorsero voci e ognuna diceva qualcosa: "Dino è stato colpito, ha cambiato vita, ha un donna nuova e la sposa" "Dino è scappato a Londra e ora trama nell'ombra" "Dino ha tradito, è passato con i fasci, ora lavora giù a Roma" Ma Laura anche se non sapeva, sapeva una cosa: Il suo Dino era vivo e l'amava tanto ora come allora Il pensiero di lui si muoveva nell'aria costante Dalle cime alla valle, fino ai nidi di rondine sotto i tetti delle stalle E le diceva fra i venti: "Non turbarti perché Perché, perché tu non mi perdere Anche se tu non mi vedi, sarò sempre con te Con te, con te, prova a sorridere" Laura non chiese, ma tenne fede, speranza e ragione La chiamarono pazza, malnata, malata d'amore Ma lei col dolore non aveva voluto nessun altro Lui stava tornando, lo aveva scritto dentro, sul marmo Era un giorno più caldo e il vento inseguiva le scie delle lepri Il sole di maggio era alto e aveva già passato lo zenith Una sagoma lontana venne fra i germogli dei boschi Un uomo smagrito, patito con una barba di mille giorni Era tornato Dino, il tempo è un pianto che non si recupera Sul braccio scarno un numero alto degli internati di Buchenwald Ma negli occhi lo stesso chiarore, lo stesso sorriso Le disse: "Non so se per te è lo stesso, io sono lo stesso" Lì ricominciò il cammino e vissero intensamente Videro rinascere l'Italia insieme nel CLN E insieme vissero anni finché lui una sera si spense Ma poco prima le prese le mani e le disse sorridente:
"Tu quanti anni mi dai? Quanti giorni mi dai? Non so quanto vivrò, tu quanto tempo vivrai?" Glielo disse alla sera anche parlando fra sé "Che tu mi veda o non veda sarò sempre con te Tu quanti anni mi dai? Quanti giorni mi dai? Quanti? Quanti? Quanti? Ehi Sai, da adesso alla fine, sali sulle colline Io sarò lì con te, con te, con te"Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.