(Seh, seh) Murubaa (Seh, seh, seh) Un altro, un, oh
(Ah) E Dalia è un po' che sta all'erta Lo sguardo luminoso e un po' stanco di ogni puerpera (Ah) La notte sfida i guardinghi Dalia mette a letto i bimbi e poi prova a stare sveglia E il suo uomo non c'è più, l'hanno preso due guardie L'hanno atteso i gendarmi per portarlo in un carcere E lì Giuseppe conta le ore del giorno Segregato in una cella del castello di San Giorgio (Seh, seh) Non tutti sanno che fu accusato del reato di attentato al re E dorme curvo su un'asse, un cencio sporco ed un cero La finestra a grate basse taglia in otto il suo cielo Beppe dorme con due spettri: la morte e l'odore E brucia forte di due febbri: l'amore e l'azione Ma il profumo della pelle di Dalia è nel vento Dura vita di un ribelle nell'Italia di fine '800
Da qui non si fa ritorno: chi non scappa muore Fuori il cappio è bello e pronto per l'impiccagione Fuori i corpi morti appesi si guardano i piedi E hanno i segni delle guardie e lo sguardo di ieri
E chi lo ferma? (Nessuno) E non lo ferma (Nessuno) E una voce dalla strada poi il silenzio (Nel buio) E il ribelle prende forza: salta, fugge e scappa Salva pelle, scorza e fugge mentre l'alba impatta E guarda intorno (Nessuno) E guarda in fondo (Nessuno) E guarda in alto, guarda indietro e salta il muro (Nel buio) E il ribelle prende forza: salta, fugge e pappa Salva pelle, scorza e fugge, salva pelle, scorza e fugge
Beppe scrive a casa a Dalia due lettere anonime Sembra che non dican niente, sa che capirà il codice "Qua dentro muoio ogni giorno Qua mi sfilano la vita ad ogni colpo dal corpo Manda presto due lire (Poi) Un paio di plichi (Poi) Due lime d'acciaio nascoste fra i libri (Poi) Qua sotto fa freddo, manda un panno e un cappotto E nei bottoni del cappotto metti dentro dell'oppio" Beppe scrive, vita dura, suda e lima a mano nuda Buca i muri con gran cura, studia e affina la sua fuga Sente il passo delle guardie e mette tutto a posto Copre i tagli delle sbarre: cera, stucco e inchiostro Poi si stende sull'asse e pensa a Dalia e ai suoi piani Cella lunga sette passi, Beppe fissa le travi Pensa ai piani, ai compagni, agli spari tra i viali Al macello di piazza di Bava Beccaris (Ehi) Ancora un po' di vino e Beppe riempie il bicchiere Ch'è la gioia che accomuna detenuto e carceriere S'addormentano le guardie qua con l'oppio sciolto E lui dà un colpo in su alle sbarre e vede il vuoto sotto Ma è vertigine se guarda in basso sui lati Tira il limite, gli asciugamani annodati Scende in basso di fretta, cala e striscia sulla destra E dopo un anno di cella sembra una fatica immensa
E Beppe salta e atterra in basso, fugge lungo il fossato Guarda il muro, basta un balzo, è già dall'altro lato In quell'attimo Dalia sorrise alla luce Aveva gli occhi nitidi e chi sa che s'illude
E chi lo ferma? (Nessuno) E non lo ferma (Nessuno) E una voce dalla strada poi il silenzio (Nel buio) E il ribelle prende forza: salta, fugge e scappa Salva pelle, scorza e fugge mentre l'alba impatta E guarda intorno (Nessuno) E guarda in fondo (Nessuno) E guarda in alto, guarda indietro e salta il muro (Nel buio) E il ribelle prende forza: salta, fugge e pappa Salva pelle, scorza e fugge, salva pelle, scorza e fuggeTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.