La solitudine è come la febbre: diventa più forte di notte. Un’aspirina e la febbre va via, la solitudine, no. Io, che colpa che ne ho io, se questa notte ho sognato?
C’era un uomo dal mantello rosso, un generale con le medaglie addosso, una mano sfiorava con sei dita la mia pelle profumata.
E io partivo, tornavo, sospiravo, morivo, danzavo col fantasma di un tenore stonato, gli angeli volavano in circolo quadrato, sul ring un pugile suonato suonava ad occhi chiudi, coi guantoni, vari violini stradivari, sulla strada di casa che tu non conosci più.
Senza di te com’è grande il mio letto, ho voglia di fare l’amore. Capisco tutto, ogni cosa e l’ammetto, la solitudine, no. Io, che colpa che ne ho io, se questa notte ti ho tradito?
C’era un uomo dal mantello rosso, un generale con le medaglie addosso, una mano sfiorava con sei dita la mia pelle profumata.
E io partivo, tornavo, sospiravo, morivo, danzavo col fantasma di un tenore stonato, gli angeli volavano in circolo quadrato, sul ring un pugile suonato suonava ad occhi chiudi, coi guantoni, vari violini stradivari, sulla strada di casa che tu non conosci più.
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