Padrone, sui miei fianchi non c'è terra più da arare né rami che potrai tagliare posso accenderti il fuoco e dirti resta qui, rimani, io son quella di sempre fra le tue mani ma non parlare più, padrone più d'amore. Stagioni ne ho viste anch'io passare sul corpo mio e il caldo più caldo e il freddo ho sopportato io. Io, con tutto l'orgoglio mio la polvere ho morso io e ho visto cadere giù foglie e stelle. No stavolta ti dico no, la stessa insolenza, no la tua indifferenza, no stavolta no. E una volta di più per me che senso ha dopo tante sconfitte, averti per padrone, della mente, del tempo che va, padrone strappare un morso del tuo pane senza fame. Riflesse negli occhi tuoi le morte stagioni ormai non portano più il tuo nome meglio se tu vaiTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.