ELISABETTA Tu che le vanità conoscesti del mondo e godi nell'avel il riposo profondo, se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor, e porta il pianto mio al trono del signor. Carlo qui dée venir! che parta e scordi omai... A Posa di vegliar sui giorni suoi giurai. Ei segua il suo destin, la gloria il traccerà. Per me, la mia giornata a sera è giunta già! O Francia, nobil suol, sì caro ai miei verd'anni! Fontainebleau! ver voi schiude il pensiero i vanni. Giuro eterno d'amor là dio da me ascoltò, e quest'eternità un giorno sol durò. Tra voi, vaghi giardin di questa terra ibéra, se Carlo ancor dovrà fermare i passi a sera, che le zolle, i ruscel', i fonti, i boschi, i fior, con le loro armonie cantino il nostro amor. Addio, bei sogni d'ôr, illusïon perduta! Il nodo si spezzò, la luce è fatta muta! Addio, verd'anni, ancor! cedendo al duol crudel, il core ha un sol desir: la pace dell'avel! Tu che le vanità conoscesti del mondo e godi nell'avel d'un riposo profondo, se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor, e il tuo col pianto mio reca appié del signor.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.