È l’anno del sole più inquieto quando il cane scappa dalla casa e un vitello ubriaco sul prato sta uccidendo a cornate i piccioni.
Tutti i fiori hanno il cuore gelato. Un fiume striscia lento sul petto con il pelo di un lupo di monte e racconta le sue prime storie.
Dentro al cielo di vino bollito questo fiume di ghiaccio e di penne strappa lampi di fuoco dai campi e ha un ombrello aperto sull’acqua.
Donna e albero sono invecchiati. Liberata è la sedia e la porta, questa è l’ora: nessuno rimane. La pianura è quell’erba che giuoca.
La donna inforca la bicicletta è fra i canneti e l’argine alto, è sul fiume e si toglie le scarpe: schiuma l’acqua, la vita ha fretta.
Donna e albero sono invecchiati. La miseria è la fame più nera. Lì sul fiume si toglie le scarpe. Stringe in mano sei fiori strappati.
Passa un’onda, la donna si butta. Corre l’onda, la donna è annegata. Spezza l’onda la lunga giornata. Strappa l’onda quell’ombra che c’era.
Era l’ombra di Emilia Villesi sconfinata per orrore nel Po, bicicletta e scarpe per terra, stretti in pugno i fiori dei mesi.
I capelli neri di fumo, voci delle vedove sull’acqua, schiaffi delle mani con le spine, un ombrello aperto sopra l’acqua.
La miseria è la fame più nera; Villesi Emilia con miseri panni. Si è gettata nell’acqua del Po. Dentro ci vive per mille anni.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.