Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa per noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa,
la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane, di nebbia compatta, scabrosa, stirata, che sembra di pane,
ed una strada antica come l'uomo marcata ai bordi dalle chiacchiere di un duomo e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri.
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare, guerrieri del nord dai capelli gessati ne hai visti passare
Emilia allungata tra l'olmo e il vigneto voltata a cercare quel mare mancante e il monte Appennino raccontando un segreto diventa un gigante lungo la strada, tra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d'uomo
Emilia sognante fra l'oggi e il domani, di cibo e motori, di lusso e balere Emilia di facce, di grida, di mani sarà un grande piacere vedere, in futuro, da un mondo lontano quaggiù, sulla terra, una macchia di verde, e sentire il mio cuore che battendo più piano là dentro si perde
ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza, fari per chilometri ti accecano testardi ma io sento che hai pazienza, devi ancora sopportarci Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.