Vivo in corsa, dormo ansante Il mio cuore danzante ed ansimante Ma anzi mento se alimento il battito costante Morsa che si stringe, la laringe soffocata La voce stonata tinge la giornata che si finge notte Il buio mi dipinge rotte cancellate Rotte e poi strappate Porto calma all'alma mia che più non salpa Resta in porto, corpo più non s'alza Resta a terra in uno scempio come morto, come esempio Resta in testa e calza Malsana malinconia mi sbrana lungo la via che brama Condurmi alle armi, ad allearmi contro l'armistizio Che frena il mio vizio per trainarmi verso il mio solstizio Inamovibile il sasso come Crizio, lo screzio tutto frana Inammissibile se il passo dall'inizio vacilla e cambia strada L'ardire di fuggire fugge dalle proprie mire Come preda della serpe dalle spire Respirare, inspirare ed espirare Naso-bocca: tocca di espiare Colpe, errori, colpe e muori, folle contro professori Scienza d'obbedienza col metodo Montessori Monsignori, con sgomento ne ho imparato un altro Sii selvaggio, muori libero anche se anzitempo Ma anzi temo il terminarsi di questi anni arsi dal catarsi Il sacrificio mio occlude le [?] parti dei miei arti sparsi Da tutte la parti per accaparrarsi Per dolo tocca di infamarsi, tocca di allearsi e di allenarsi Poi alterarsi in stati di coscienza senza più alienarsi Antico, anticonformista per uniformare Mia uniforme d'armi ma io sarò uguale agli altri Solo senza flusso ematico, empatico ti compatisco a morte E ti capisco se non sarà rapido Un cantico di dolore gridato e poi placato Sotterrato in fondo ad un campo semantico
Per me che l'inferno era già qua sulla Terra Mi chiedo cosa ci sarà aldilà dell'Aldilà Lo sguardo torvo, il fiato corto ed il mio sangue attorno Subito subìto il torto, ultimo viene il corvo Per me che l'inferno era già qua sulla Terra Mi chiedo cosa ci sarà aldilà dell'Aldilà Lo sguardo torvo, il fiato corto ed il mio sangue attorno Subito subìto il torto, ultimo viene il corvo
Mi trovo stordito a terra, tramortito sull'erba sbiadita Ho un pugnale nel cuore, impugnare il male tra le dita Che Dio ti maledica, a te che mi hai ammazzato Voglio dare vita al fato ma non vale mica se mi manca il fiato M'ha graffiato il freddo del respiro, ora il destino è certo Languido balbetto e a getti sanguino dal petto aperto (Nessuno) Nessuno coglie il mio lamento, tremo come foglie sul terreno E il mio pensiero si scioglie nel vento Scena d'incubi cupi, funebri, scopre un corvo nero Sotto cumuli di nubi a grumi lugubri di un torvo cielo Voglio il cuore pulsi ma si arresta, inutili gesta Insulsi gli ultimi impulsi a spruzzi di flussi in testa L'anima decolla, molla il corpo mentre crolla morto Sradica la zolla, il volto s'incolla al sepolcro Esperienza mia, un'esistenza senza via Triplica l'intensa consapevolezza di energia Il torto m'ha cambiato il corpo, l'ha calmato il colpo Mi disarmo in armonia, il volto l'ho disimparato (Calmo) Dal nulla un ampio lampo in alto chiama il camposanto Cambio manto, intanto mi culla un canto disincarnato Lentamente plana il corvo a destinare il mio decesso Adesso ogni spirale sua dichiara il mio processo Respirare nella bara non mi sarà più concesso L'ultimo spiraglio d'aria prima che l'anima lasci il teschio
Per me che l'inferno era già qua sulla Terra Mi chiedo cosa ci sarà aldilà dell'Aldilà Lo sguardo torvo, il fiato corto ed il mio sangue attorno Subito subìto il torto, ultimo viene il corvo Per me che l'inferno era già qua sulla Terra Mi chiedo cosa ci sarà aldilà dell'Aldilà Lo sguardo torvo, il fiato corto ed il mio sangue attorno Subito subìto il torto, ultimo viene il corvo (Viene il corvo, viene il corvo, viene il corvo)Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.