È notte e la città è addormentata e vergine, come una donna che si dà. Di nebbia suda la mia macchina, la chiave d’accensione, un nastro, la canzone nostra, che ora è solo mia.
E sotto casa tua, spogliarsi di ogni dignità, sfogar la mia follia sul campanello e poi salire come quando noi, coi sacchi della spesa, tornavamo e ti prendevo di sorpresa e tu, ridendo, mi dicevi no, volendo dire si.
Quanto siamo stati insieme? Attimi... tanto da lasciarci poi da stupidi; ti prego fammi entrare un po’ da te e se ritorna lui, meglio così, che paura hai? Che paura hai? Libera il tuo angelo e torna mia, stare contro tutto e con l’amore, cosa vuoi che sia?
Che strana questa scala, sì, fa più fatica a scenderla, sarà che il mio pensiero qui volava e adesso sdrucciola. È lui o non è lui quell’uomo che di corsa sale e mi ricorda me? L’emozionante fretta di trovarti, pronta a darti, senza chiederti perché.
Quanto siamo stati insieme? Attimi... tanto da lasciarci poi da stupidi; ti prego fammi entrare un po’ da te e se ritorna lui, meglio così, che paura hai? Che paura hai? Libera il tuo angelo e torna mia, stare contro tutto e con l’amore, cosa vuoi che sia?Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.