ASPASIA: Ah ben ne fui presaga! Il dono estremo di Mitridate ecco recato. O destra, temerai d'appressarti al fatal nappo tu, Che ardita al collo mi porgesti le funi? Eh no, si prenda, [Aspasia prende in mano la tazza, ed il Moro si ritira] E si ringrazi il donator. Per lui ritorno in libertà; Per lui poss'io dispor della mia sorte E nella tomba col fin della mia vita Quella pace trovar, che m'è rapita.
[cavatina]
ASPASIA: Pallid' ombre, che scorgete Dagli Elisi i mali miei, Deh pietose a me rendete Tutto il ben che già perdei.
[recitativo accompagnato]
ASPASIA: Bevasi... Ahimè, qual gelo trattien la man?... Qual barbara conturba idea la mente? In questo punto ah forse beve la morte sua Sifare ancora. Oh timor, che mi accora! Oh immagine funesta! Fia dunque ver? No, l'innocenza i Numi ha sempre in suo favor. D'Eroe sì grande veglian tutti in difesa, E se v'è in cielo chi pur s'armi in suo danno, L'ire n'estinguerà questo, che in seno Sacro a Nemesi or verso atro veleno.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.