Con la felpa blu e le scarpe da ginnastica La Madonna su un divano Con gli occhi hai disegnato Sul soffitto i tuoi pensieri Ragnatela ad opera di abili ingegneri È li che vuoi andare ad abitare
Hai detto non mi va di restare a casa Andiamo fuori a guardare La notte scivolare sul canale Oppure si potrebbe rimanere a parlare Chiusi dentro a un bar A lasciarsi sciogliere la lingua nella bocca
A vivere in città Piene di tombini e di bambole del gas Di centraline e tubature E strane connessioni Fibre ottiche e cereali auricolari Che fanno bene a tutte le età
Tornare da New York con un cappotto nuovo Ma con la faccia vecchia Di uno che non dorme quando viaggia In gola un gargarismo di parole strane E un brutto torcicollo Frutto di pensieri troppo scomodi e pesanti
Un tuffo dal cuore alla pancia Mi guardi e ti sbucci un’arancia Un po’ del desiderio di farsi trasportare Per quanto ancora non ci credi Domani andiamo a vivere sul mare Su palafitte a forma di astronave Di astronave
La faccia che butta un sorriso E descrive un umore preciso Si lascia trasformare Da un flusso di parole Adesso che tutto è già deciso Che il tempo non ci scappi tra le mani Facciamo le valigie e via lontani
Hai visto com’è strana la città Hai visto com’è strana la città
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