Vecchia villa comunale, sei rimasta tale e quale… con i giochi dei bambini, con i viali e coi giardini… C’era là sempre un signore che leggeva il suo giornale; la mia palla lo colpì di rimbalzo sugli occhiali che si ruppero così…
Mi ricordo, mi ricordo, ero bimbo e anch’io giocavo; rosso in viso ritornavo dalla mamma ch’era là. La sua mano mi porgeva, sempre piena d’ansietà, mi baciava e mi diceva: Sei la vita di mammà! La panchina che, mi accoglie, si è col tempo logorata; fra i ricami delle foglie c’è la mamma mia adorata… Mi ricordo, mi ricordo, che bei tempi erano quelli… Ora ho tanto freddo al cuore, tanta neve sui capelli!
Vecchia villa comunale, vengo a leggere il giornale; non badare se soltanto sulle ciglia ho un po’ di pianto… Or son io che son seduto, un po’ triste e malandato, ed un bimbo alto cosi la sua palla m’ha lanciata sugli occhiali, proprio qui!…
Mi ricordo, mi ricordo, ero bimbo e anch’io giocavo; rosso in viso ritornavo dalla mamma ch’era là. La sua mano mi porgeva, sempre piena d’ansietà, mi baciava e mi diceva: Sei la vita di mammà! La panchina che mi accoglie, si è col tempo logorata; fra i ricami delle foglie c’è la mamma mia adorata… Mi ricordo, mi ricordo, che bei tempi erano quelli… Ora ho tanto freddo al cuore, tanta neve sui capelli!
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