Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri Che solo certa età può regalare Samuele Gulliver tornava coi pensieri Ai tempi in cui correva per il mare E sorridendo come sa sorridere soltanto Chi non ha più paura del domani Parlava coi nipoti, che ascoltavano l'incanto Di spiagge e odori, di giganti e nani Scienziati ed equipaggi e di cavalli saggi Riempiendo il cielo inglese di miraggi
Se tutti i desideri sono solo nostalgia O malinconia d'innumeri altre vite Nei vecchi amici che incontrava sulla via E in quelle vecchie anime stupite Sentiva la balbuzie intellettuale e l'afasia Di chi gli domandava per capire Ma confondeva i viaggi con la loro parodia Con la paura addosso di partire Di tutte le sue vite vagabondate al sole Restavano soltanto le parole
Eppure, raccontando dell'evolversi incalzante Dei viaggi presi nella sua memoria Intuiva con la mente disattenta del gigante Il senso grossolano della storia E nelle precisioni antiche del progetto umano E nel mondo suo pignolo e limitato Intuiva la crudele solitudine del nano Nell'universo quasi esagerato Eppure, raccontando, pensava dolcemente: "Da tanto mare non si impara niente Niente!"Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.