Questo è come l'ultimo giorno del mio passato Rientro in casa con il passo felpato come un ladro Ho molta fretta e poco tempo da un lato Per riprendermi i vestiti dall'armadio e qualche quadro Nell'unico fottuto quarto d'ora che ho rintracciato Nella calma surreale in cui mi sono rintanato Chi sta vivendo un incubo? Chi si è affezionato? Chi vuole mandarmi via?
Massimo Bagnato L'ultimo giorno della salita Della crisi di astinenza che mi fa quasi senso La testa mi fa un cenno di assenso Quando il cuore dice vattene adesso Che questo tiro a segno non ha più senso Non percepitelo come uno spostamento È il trasloco di tutto l'universo che ho dentro Del mio fuoco che mai è stato così in silenzio Kobrai kai nel mio dojo non ammetto il fallimento Ho capito che la lotta è come tra Golia e Davide Ma a voi la differenza sembra quasi impalpabile Nel mondo che vuole arrivare fuori dalle metafore Che ha la filosofia del ribaltabile
Il mondo che bestemmia il calendario nel traffico E guarda il porcilaio del suo leader maximo E intanto qui il salario si abbassa e gli anni passano Ma io canto solitario come il passero
Via da qui, via da ciò che non ci fa più crescere Pezzi di questo mosaico, siamo tessere Via da qui, un altro passo verso il vuoto Fuori da ogni spazio e luogo Sembrerà la fine a voi, anche se... Non può finire mai
Questo è il mio primo giorno del mio futuro Quello dei propositi come per l'anno venturo L'anno senza scudo, spada, l'anno in cui sono nudo In cui non conto quante sono le ferite che suturo Chiudo con la mia caricatura Parlo solo a chi crede che discutendo si matura Gente della mia levatura
Non devo sopportarvi con la scusa che amo questa cultura Siete la spazzatura che se mi amo mi silura Mi dileggio caldeggia la mia candidatura Una volta che ho fatto la scrematura viene esclusa Non mi tocca come l'acqua su un giubbotto di cordura Siete un cancro che non ha palliativi Mi date il voltastomaco e non è un fatto di gusti relativi Io sarò pure noioso con i miei testi gentili Ma voi siete dei cretini che non sanno i congiuntivi Parlate di quello che vivete o prendetevi delle sedie La rivoluzione sta prendendo piede
Ho misurato il cerchio in cui siedete, Archimede Il muro di ignoranza che ti scherma ha le crepe, babe Sapevo che potevo avere il mondo in un pugno In quei sabati disperati da solo sul notturno Tu fai Kurt Cobain per gli infottati di turno Ma io, io sono Domenico Modugno
Via da qui, via da ciò che non ci fa più crescere Pezzi di questo mosaico, siamo tessere Via da qui, un altro passo verso il vuoto Fuori da ogni spazio e luogo Sembrerà la fine a voi, anche se... Non può finire maiTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.