Fili, fili di parole Per tornare indietro Risalire a te
Sei ciò che sono, sono stato e sarò sempre Dolce vuoto colma abissi Ma l'eclissi brucia le ombre e mi nasconde Ciò che ti promisi e dissi Ho gli occhi fissi sui miei passi Le mie impronte polaroid parlano di noi Sole e Luna, non esiste la sfortuna Solo strane coincidenze, direzioni, ellissi Traiettorie di pianeti, noi sdraiati sopra l'erba Coi pensieri come panni al vento Ti rincorro per le vie del centro Col tuo respiro dentro come quando scrissi I nostri nomi sulla quercia nei giardini degli Dei Sublimi gli echi d'una voce sola ora distante Dalla cruna stretta, nodi in gola strisciando sul fondo Per trovar la vetta, sprecai nettare d'ambrosia per averti Perderti per possederti, breve l'estasi che vissi Nudo fui rapito dal dolore che m'ha partorito In bocca ancora il gusto acerbo del frutto proibito
Come ti muovi, come risuoni Come risuona il mio cuore tra i poli Come ogni picco di luce completa il suo giro nel fuoco dei soli Come mi guardi, come mi scaldi Come componi l'insieme di parti Come ritorni a te stessa salendo le scale composte dai palmi degli altri E io che ti cercavo fra i tigli, tra i gigli dei campi, i canti e gli zirli Cercavo un accesso al tuo mondo complesso E inseguendo il tuo senso coglievo me stesso (Sì, sì, sì) Come mi ascolti, quando mi scorgi, come risuona il mio cuore nei polsi Come trascini i miei occhi nel piccolo limbo dei baci nascosti Come mi vedi, come mi neghi, come mi sfuggi abbattendo i pianeti Ed era da subito un dedalo d'iridi quando dicevi "Tu mi completi" E io che ti sentivo fra i trilli, i profili dei lampi e le danze dei cirri Cercavo l'ingresso al tuo estro più intenso E cogliendone il nesso coglievo me stesso, qui adesso
Fili di parole feeling fra gli amanti Tratti femminili fra i ritratti dei viandanti L'armonia dei musicanti Nostalgia dei sogni infranti al suolo Noi stesi sulla sabbia Il faro illumina le navi, onde si infrangono sul molo Il fuoco dei falò che sale per l'ebbrezza nel crogiuolo Ed arde senza fiamma fra le gocce di rugiada Brezza elettrica che in riva al mare Spazza via le nostre immagini riflesse per potersi riabbracciare
Ed era la strada perlata, lastricata di giada Più splendente degli ori della regina di Saba E il mio cuore esalava lava nell'area assolata E volteggiava nell'aria calda come i fili di rafia E lei era tutto il sentire, il mio limes sottile La mia Beatrice incorporea verso la nuova aurora a venire La cicatrice di gloria che racconta la fine E mi ricorda a memoria la storia della nostra stessa matrice
Camminando in bilico sul filo del rasoio senza mai voltarsi Perdersi per ritrovarsi ed incontrarsi Riconoscersi fra gli altri, fra gli astri, fra sguardi (Sì) Fra battiti d'ali di cuor di ciglia ed attimi Dettagli magici, fra luci ed ombre Nel tuo sguardo metallo che fonde Sulla strada secca aroma ambrato e sconosciuto Sei la porta stretta, suono acuto La via del ritorno per il Paradiso che ho perduto
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