“Nel grembo umido, scuro del tempio l’ombra era fredda, gonfia d’incenso l’angelo scese, come ogni sera ad insegnarmi una nuova preghiera poi, d’improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali quando mi chiese - conosci l’estate - io, per un giorno, per un momento corsi a vedere il colore del vento.
Volammo davvero sopra le case oltre i cancelli, gli orti le strade poi scivolammo tra valli fiorite dove all’ulivo si abbraccia la vite.
Scendemmo là, dove il giorno si perde a cercarsi, da solo nascosto tra il verde e lui parlò come quando si prega ed alla fine d’ogni preghiera contava una vertebra della mia schiena.
… e l’angelo disse - Non temere, Maria, infatti hai trovato grazia presso il Signore e per opera Sua concepirai un figlio…
Le ombre lunghe dei sacerdoti costrinsero il sogno in un cerchio di voci con le ali di prima pensai di scappare ma il braccio era nudo e non seppe volare poi vidi l’angelo mutarsi in cometa e i volti severi divennero pietra le loro braccia profili di rami nei gesti immobili d’un’altra vita foglie le mani, spine le dita.
Voci di strada, rumori di gente mi rubarono al sogno per ridarmi al presente sbiadì l’immagine, stinse il colore ma l’eco lontana di brevi parole ripeteva d’un angelo la strana preghiera dove forse era sogno ma sonno non era - lo chiameranno figlio di Dio - parole confuse nella mia mente svanite in un sogno, ma impresse nel ventre.
E la parola ormai sfinita si sciolse in pianto ma la paura dalle labbra si raccolse negli occhi semichiusi nel gesto d’una quiete apparente che si consuma nell’attesa d’uno sguardo indulgente.
E tu, piano, posasti le dita all’orlo della sua fronte i vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte”.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.