Signore e signori, so che molti supercritici dopo essersi divertiti a sentirmi, vanno dicendo:
“Sì, ma in fondo dice un mondo di stupidaggini.”
Ebbene, signori, ora basta. Vi dirò delle cose profonde filosofiche, scientifiche, dense di pensiero, di dottrina e di cultura.
Bello è d'intorno il rapido cadere delle morte energie, che non han fine. Bello è nel cuore il lento soggiacere delle passioni, mentre imbianca il crine. E qualcosa s'en va, senza che mai faccia ritorno al vivere fatale. Volgiti indietro, e la miseria udrai, la miseria che piange, in sulle scale. Tanto gentile e tant'onesta pare la donna mia, mentr'ella altrui saluta, che al vederla così bene vestuta, quindici lire le si posson dare. Va per i cieli denzi un nembo scuro ed è l'anima mia che le va dietro. O dolcezza di un tempo meno duro, O durezza di più di mezzo metro. Su per le calli, torturando i calli, le valli, gli avalli e le convalli rammento te, mazza di S.Giuseppe, quando Letricia mia, quando vedrai Pape Satan, Pape Satan Aleppe. Volgiti indietro, la miseria udrai, la miseria che piange sulle scale. (E' commovente eh?) Rotto è questo mio cuore. E' rotto e frale, è rotto, è rotto; è rotto, è rotto, è rotto ed io me ne strapongo sopra e sotto. A stracci, a pezzi, a morsi, a cenci, a ciocchi, a minuzzoli, a pugni, a mani, a sacchi. A falde, a spoglie, a spolverini, a ciocche, a spicchi, a foglie, a picchi, a pocchie, a pacchie, a quadri, a cubi, a tondi, a perle, a fiori. Le donne, i cavalier, l'armi e gli amori. Nel mezzo del cammin di nostra vita arma la poppa e salpa verso il mondo là dove chiederai: è lei, è lei quel tal signore che sedeva accanto a me sul tranvai? E quest'amore, per cui piangete o donne e lacrimate forte che il Re di Creta è condannato a morte. Presso la culla in dolce atto d'amore. A l'ombra dei cipressi e dentro l'urne. Se mi scappa, chi mai l'afferrerà? Amor che null'amato, amar perdona se tu le mani ormai ti sei lavate ti consegno il mio cuor dentro una biscia floscia, s'inguscia, nella grascia, ambascia, all'uscio dell'angoscia cresce ed esce, ripasce e poscia pasce e pesce piglia quella biscia che in cuor freddo bisciò. Tutto di verde mi voglio vestire. Tore è partuto e sola ti ha lasciato. Quando Rosina scende giù dal monte. A marechiaro ci sta una finestra dove ognuno ci fa una fermatina, e se ne va e se ne va per la via vagabonda allegra o moribonda, mesta o cogitabonda o bionda, o bella bionda sei come l'onda.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.