In quegli anni in cui val poco la mal pratica ragion, ebbi anch'io lo stesso fuoco: fui quel pazzo ch'or non son. Ma col tempo e coi perigli donna flemma capitò; e i capricci ed i puntigli dalla testa mi cavò. Presso un picciolo abituro seco lei mi trasse un giorno: e, togliendo giù dal muro del pacifico soggiorno una pelle di somaro: «Prendi», disse, «o figlio caro!». Poi disparve, e mi lasciò. Mentre ancor, tacito, guardo quel dono, il ciel s'annuvola, rimbomba il tuono, mista alla grandine scroscia la piova: ecco, le membra coprir mi giova col manto d'asino che mi donò. Finisce il turbine, né fo due passi, che fiera orribile dianzi a me fassi: già già mi tocca, l'ingorda bocca; già di difendermi speme non ho. Ma il fiuto ignobile del mio vestito tolse alla belva sì l'appetito, che, disprezzandomi, si rinselvò.
Così conoscere mi fe' la sorte ch'onte, pericoli, vergogna e morte col cuoio d'asino fuggir si può.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.