I Quando mi raccontavano la favola, o mi diceano i libri i racconti dei tempi dei bisnonni e delle avole, - quando c'eran le fate e i principini immaginavo i principi, col viso altero, nei palazzi tutti d'oro che non degnavan neanche d'un sorriso i cortigiani curvi innanzi a loro. Ma un principe io conosco, ora, che viene spesso in trincea dove più rischio c'è, e mi domanda se mi sento bene come, tu, babbo, il chiederesti a me ... II E non ha il manto d'oro costellato e non ha il viso pieno d'alterigia, ma il viso aperto e buono del soldato, e indossa anch'egli l'uniforme grigia; e con la mano sovra la mia spalla « Coraggio e fede! - dice con fervore - cuor che non trema e mira che non falla, e passeranno i giorni del dolore ... « Or ti rallegra nel pensier di quelli che son lontani e pensano a te! » Già! parla come fossimo fratelli ... Ed io son poverino, e il Duca egli è! III Noi lo sentiamo: è Lui che ci comanda, si, ma in quella sua limpida fermezza c'è tanto amor, che ad ogni sua domanda si pensa babbo, e si risponde: Altezza! Quando sarò un vecchione come il nonno, racconterò ai nipoti anch'io le favole accanto al fuoco, pria che prendan sonno: non le fiabe dei tempi delle avole: « C'era una volta un Duca che una brava Armata, contro l'orco avea composta, e quell'armata « terza » si chiamava ed il suo Duca si chiama « Aosta » ...! Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa. |
|