[Daniele Silvestri] Ho sedici anni ma è già da più di dieci Che vivo in un carcere Nessun reato commesso là fuori Fui condannato ben prima di nascere
Costretto a rimanere seduto per ore Immobile e muto per ore Io, che ero argento vivo, signore Che ero argento vivo e qui dentro si muore Questa prigione corregge e prepara a una vita Che non esiste più da almeno vent’anni A volte penso di farla finita E a volte penso che dovrei vendicarmi Però la sera mi rimandano a casa lo sai Perché io possa ricongiungermi a tutti i miei cari Come se casa non fosse una gabbia anche lei E la famiglia non fossero i domiciliari
Ho sedici anni ma è già da più di dieci Che vivo in un carcere Nessun reato commesso là fuori Fui condannato ben prima di nascere
E il tempo scorre di lato ma non lo guardo nemmeno E mi mantengo sedato per non sentire nessuno Tengo la musica al massimo, e volo Che con la musica al massimo, rimango solo E mi ripetono sempre che devo darmi da fare Perché alla fine si esce e non saprei dove andare Ma non capiscono un cazzo, no Io non mi ci riconosco e non li voglio imitare Avete preso un bambino che non stava mai fermo L’avete messo da solo davanti a uno schermo E adesso vi domandate se sia normale Se il solo mondo che apprezzo, è un mondo virtuale Io che ero argento vivo, dottore Io così agitato, così sbagliato Con così poca attenzione, ma mi avete curato E adesso, mi resta solo il rancore
Ho sedici anni ma è già da più di dieci Che ho smesso di credere Che ci sia ancora qualcosa là fuori E voi lasciatemi perdere
[Manuel Agnelli] Così facile da spiegare Lo riesco a immaginare E quando sogno posso vedere Come sarò Dici che io arriverò a capire Come si nuota in mare Ma è una bugia, non si può imparare Attraversare quel che sarò Dici che io arriverò a capire A te fa stare meglio A me fa stare solo male Doverti dire come sarò
[Rancore] Nella testa girano pensieri che io non spengo Non è uno schermo, non interagiscono se li tocchi Nella tasca un apparecchio che è specchio di quest’inferno Dove viaggio, dove vivo, dove mangio, con gli occhi Sono fiori e scarabocchi in un quaderno Uno zaino come palla al piede, un’aula come cella Suonerà come un richiamo paterno, il mio nome dentro l’appello E come una voce materna, la campanella suonerà È un mondo nato dall'arte, per questo artificiale In fondo è un mondo virtuoso, forse per questo virtuale Non è una specie a renderlo speciale E dicono che tanto è un movimento chimico, un fatto mentale Io che non mentivo, che ringraziavo ad ogni mio respiro Ad ogni bivio, ad ogni brivido della natura Io che ero argento vivo in questo mondo vampiro Mercurio liquido se leggi la nomenclatura
[Rancore] Ho sedici anni ma già da più di dieci vivo in un carcere E c’è un equivoco nella struttura E fingono ci sia una cura, un farmaco ma su misura E parlano, parlano, parlano, parlano
[Daniele Silvestri & Rancore] Mentre mio padre mi spiega perché è importante studiare Mentre mia madre annega nelle sue stesse parole Tengo la musica al massimo, ancora Ma non capiscono un cazzo, no, e allora Ti dico un trucco per comunicare Trattare il mondo intero come un bambino distratto Con un bambino distratto davvero è normale Che sia più facile spegnere che cercare un contatto Io che ero argento vivo, signore Io così agitato, così sbagliato Da continuare a pagare in un modo esemplare Qualcosa che non ricordo di avere mai fatto
Ho sedici anni Ho sedici anni e vivo in un carcere Se c’è un reato commesso là fuori È stato quello di nascereTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.