un azzurro scalzo in cielo il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro al centro tu poggiata sui ginocchi e il vento sui capelli e sui tuoi occhi qui l'ombra cade giù dalla tua mano un orizzonte di cani abbaia da lontano tu aggrappata alla ringhiera di una tenera e distratta primavera pomeriggio lento e un po' svogliato maggio è andato via un dito sotto il mento e gli uccelli fuggono infilando il verde dove la città si perde sopra un foglio di carta vetrata luglio e tu sdraiata tu sporca di baci e sabbia a cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie in quest'altra stiamo insieme come ridi di gusto e fino a soffocarti io stringevo agosto e te vedendoti con gli occhi miei per non scordarti e ancora tu tra file di alberi che cuciono colline di uva bianca tu sei stanca un giorno intero a bere vino e un contadino col bicchiere in mano li' vicino foglie arrugginite in fondo al viale e nuove voglie e tu tu sei venuta male la tua faccia un po' tirata e una risata senza più allegria e incoscienza l'aria acerba della domenica mattina sopra l'erba e tu e lacrime di brina guance colorate mentre sbucci arance e stupide bugie resta li non muoverti sorridi un po' adesso voltati fai cosi' appoggiati non dire no amore guarda qui gennaio e il fiato grosso scalda le parole il sole andava giù cielo di marmo rosso tu un po' nera contro quella sera che scavava il nostro addio e scappava la pioggia fina salta sopra i marciapiedi noia moschina e tu tu guardi ma non vedi che è finita e tra le dita non ci sono che fotografie un azzurro scalzo in cielo il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro al centro tu poggiata sui ginocchi e gli occhi tuoi per sempre nei tuoi occhiTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.