Si prende di nuovo il binario fatto di ferro e di sole, cerco smarrita nei vetri del treno il riflesso migliore di me. E l'anima sul finestrino mi grida che so' ancora viva, alito piano per sentir lo strider dei cingoli sotto di me. Ed aspetto la Liguria col tramonto tra le mani come un vecchio marinaio attende il volo dei gabbiani. E con un ghigno amareggiato scorgo Genova in mutande, vedo i muri affaticati vedo le finestre stanche. Genova, non ti buttare via, non lasciar le tue persiane verdi a morire su una ferrovia, Genova, tieni su quelle porte, e stai tranquilla che anche io ho un po' le gambe storte, Genova. Le persiane son scudi di legno per donne vissute da sole, schiaffi di legno duri a spalancare se in strada tra la folla non hai un viso da cercare. E gli occhi fan male a guardare se gli occhiali son fondi di ruhm, ci affoghi i problemi ma se san nuotare il naufrago rimani tu. E la barca è malridotta ed il porto ormai lontano ma quest'oggi non si affonda l'ha deciso il capitano. Genova, non ti buttare via, non lasciar le tue persiane verdi a morire su una ferrovia, Genova, tieni su quelle porte, e stai tranquilla che anche io ho un po' le gambe storte, Genova, sei come un grande artista che della vita ne fa un quadro ma l'ha persa ormai di vista, Genova, salutami dal mare, che è sempre troppo grande, e ho paura di affogareTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.