Investimi di nuovo, che stili di nuoto Potrei esercitare per venire da te E vestirmi di te, e riempirmi di vuoto Versare una donna dentro un uomo Spargere questa acqua sopra il fuoco Argine del logos, margine del luogo In cui invertiamo il moto per non incrociare le nostre linee
Aretusa, racchiusa in un campo alla valle umida Ascoltando con la musica un gatto che fa le fusa Passa il giorno in tunica A contatto col prato del padre Contando le strade dalla sua mansarda rustica D'estate, quasi per causa ludica Fa parte della fauna di uno stagno Quando fa un bagno nuda E la natura di campagna la accompagna Cantando scaldando l'ugola Mentre passa ogni luna e vaga ogni nuvola Il tempo la fa matura come l'uva e molto presto Tutto questo la rende il frutto più fresco della radura Il fiore di pesco ramato bramato da ogni creatura Con rispetto lei che taglia il mughetto e quasi chiede scusa Un muretto di pietra ruvida circonda la tenuta Ma non di valori e ricca di ombre, non di calore Ed il padre coltivatore fatica dalla mattina Fin quando da bambina in quella cascina dormiva ore Usa poco il televisore e l'elettricità Motivo di impressioni o eccentricità Per persone dei centri città Va bene a scuola e lo fa con semplicità Ma resta sola, ignora i pregiudizi e sa i pregi di Sartre Dopo scuola torna al rudere, sorge tra i rami alti Le mura coi rampicanti, le piante sono le uniche A volersi unire a una famiglia umile, prive di piani grandi Prima nel ricapitarti tra le suddite Un giorno di luce cuce nel bruno del buio lugubre Legge un libro così bello per cui benedice Guttenberg Finisce quello e parte con delle vivande crude E il pane per placar la fame delle nutrie che lei nutre Lì impegna le mani nude col cesto di vimini A passo lento 300 viti madri dei migliori vini E lascia cibi dentro i nidi, le tane dei cunicoli Allieta i sogni pomeridiani dei proprietari più cinici Prosegue o le farfalle saranno cimici E ore calde cadran presto dentro i fili del grano Con le spalle bianche e le anche larghe sfiora l'acqua con gli indici Senza l'incipit per dirigersi verso il grande pantano Toglie ogni scarpa e scatta scalza verso quel fosso Divenuto un corso d'acqua, all'ombra della lavanda Prende una bacca da un cespuglio rosso di rovi Più grosso del colosso di Rodi Le spine armano il bosco di bossoli nuovi Libera i capelli dei nodi Era bella in ogni tratto e nei modi Con gli occhi grandi di una bimba E la pelle come una ninfa dei monti Sotto cui scorreva linfa così verde che si perde nei mondi Degli alberi antichi scolpiti dal tempo morendo Cosparsi di rami rachitici simili a fil di ferro È tra quelli che vede Alfeo, giovane e tenero A un palmo dal mento Nel palmeto in mezzo al vento è il figlio dell'Oceano
Investimi di nuovo, che stili di nuoto Potrei esercitare per venire da te E vestirmi di te, e riempirmi di vuoto Versare una donna dentro un uomo Spargere questa acqua sopra il fuoco Argine del logos, margine del luogo In cui invertiamo il moto per non incrociare le nostre linee
Alfeo fermo in mezzo a dei gigli calpesta i fiori Il più grande dei figli di una famiglia di pescatori Ha la fama di spezzacuori e tra gli alberi grigi Accanto alle lepri e ai conigli allarga la cerchia di spettatori Col petto già in fuori vede Aretusa Ne ammira le pose, la bella andatura, la linea, le mosse Lui alterna gambe rosee e guance rosse e corre veloce forse Rendendo le fronde folte fosse per quanto fosse forte Si avvicina e la avvisa un colpo di tosse Lei ignora i suoi segni con quei silenzi che non sono risposte Poi fugge dalle sue morse impaurita Con grazia inaudita in salita continua verso le coste Si nasconde in mezzo ai lembi di terra Sotto ai nembi sui campi verdi di erba Laddove parte la via stretta per la fattoria vecchia In cui ognuno prega in fretta E trema alla stregua della strega della steppa greca È là che si disseta Afrodite la cacciatrice In vetta ripara un fucile di guerra col cacciavite Nota per gli scherzi della psiche Alterna la faccia da tigre Rughe in faccia per quanto lei faccia ridere Vede Aretusa fuggire e le sorride e dice La barca sua ancorata al pontile sia disponibile Le dice di partire quanto prima verso ogni cortile Tra le cortine sulle colline della Sicilia Il viaggio la sigilla ad Ortigia Ed ogni anno Alfeo arriva sulla crosta granitica con la camicia Elegante per ricordare la vigilia dell'incontro Con la bellezza fisica più importante della sua vita Pensa lei abbia perso la partita da vittima Con la corrente marittima e ogni sua sfumatura vitrea A casa non l'hanno più vista, il padre è andato via stanco Lavorando tanto verso il caldo di un'isola Così un giorno fa la scelta fatidica Ha il sudore sulla fronte Come quando con stupore la vide sulla fonte Ora si fonde con lei nelle onde Come se queste si aprissero come porte E gli servissero da ponte E arriva sulle rocce al tramonto, arrancando Travolto al porto dallo sconforto e dal gran caldo Sotto un cielo viola amaranto cadde dentro il Mar Ionio Come un sasso marmoreo verso la donna che ama tanto CoralloTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.