ARBATE: Vieni, Signor. Più che le mie parole l’omaggio delle schiere, Del popolo il concorso, E la dipinta sul volto di ciascun gioia sincera Abbastanza ti spiega in questo giorno Quanto esulti Ninfea nel tuo ritorno.
SIFARE: Questi di vostra fede contrassegni gradisco. Altri maggiori però ne attesi, E non dovea ricetto qui Farnace trovar.
ARBATE: Del regno adunque Può già la gelosia render nemico Sifare del german?
SIFARE: La bella Greca, Che del gran Mitridate gli affetti meritò, Di questo seno fu pur anche la fiamma, Ed è la prima cagion, benchè innocente, Delle gare fraterne.
ARBATE: Oh quanto ti precorse colle brame e coi voti Il dolente suo cor!
SIFARE: Se il ver mi narri, molto a sperar mi resta, E tutto io spero, se di Roma fra il servo E fra il nemico osa Arbate appigliarsi Al partito miglior.
ARBATE: Se l’oso! E puoi dubitarne, o Signor? Quel zelo istesso, che al tuo gran genitore Mi strinse, in tuo favore qiu tutto impegno, E tu vedrai Farnace, mercè del mio valor, Della mia fede, Girne altrove a cercar e sposa e sede.Teksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.