Il nome che si diede era Carolina Figlia di un minatore Tra i ricordi di ieri Nei suoi occhi così fieri Il tramonto specchiava il suo colore Veniva da Alghero attraverso il mare Diceva: è mio padre che mi ha mandato Il carbone era poco Per accendere il fuoco E l'inverno nei cieli sarebbe arrivato Raccontava di venire in cerca di lavoro Non credeva nel domani Per una minestra da scaldare E un letto dove stare Avrebbe sporcato le sue mani Ma i tempi erano duri Signore e il lavoro poco Nel molo si lasciava cadere Non le chiesi come mai Quando la incontrai Nella vecchia Genova a versare da bere Mise via abbastanza per tornare a casa Si chiedeva se era vero Ma qualcuno giù al porto Le disse "Tuo padre è morto" La voce veniva da Alghero Vendeva le sue notti al buio dei carruggi Rincorsa dal dolore Quanto vino hai versato? Quanti uomini hai baciato? Senza mai cedere all'amore La trovarono giù al porto, una notte di novembre La credevano partita Nella mano stringeva Un biglietto che diceva Vecchia Genova, che Dio ti benedica Il nome che si diede era Carolina Figlia di un minatore Tra i ricordi di ieri Nei suoi occhi così fieri Il tramonto specchiava il suo coloreTeksty umieszczone na naszej stronie są własnością wytwórni, wykonawców, osób mających do nich prawa.